giovedì 18 aprile 2024

Gli scritti di San Paolo — SECONDA EPISTOLA AI TESSALONICESI (Massime sulla condotta dei cristiani)

 (segue da qui)

4. Massime sulla condotta dei cristiani

Accanto a queste istruzioni sono disseminate (1:11-12; 2:13-17; 3:3-5; 3:13-16) massime che tendono a dare ai cristiani un'alta idea della loro dignità, delle esortazioni che portano i fedeli all'amore di Dio e alla pratica della virtù. Da dove vengono questi accenti religiosi che discutono della «vocazione», della «santificazione dello spirito», della pratica del bene? Non lo sapremmo se l'autore non avesse apposto la sua firma nel testo 3:3 dove leggiamo: «Il Signore è fedele; egli vi rafforzerà e vi preserverà dal Maligno». È da Marcione che si denunciava il «Maligno» e si mettevano in guardia i cristiani contro questo essere perverso. La nota pia che ci fa intendere la nostra epistola deriva da un apostolo marcionita. 

Insomma, quattro autori hanno lavorato successivamente per ampliare la seconda epistola ai Tessalonicesi. Il primo è Paolo, a cui si può aggiudicare, con le riserve che si sono viste, l'istruzione 1:3-10. Aggiungiamo qui che si può, con le stesse riserve, attribuirgli i versetti 1:1-2; 3:1-2, 17, 18. Il secondo è l'autore della dissertazione sulla data dell'avvento del Cristo 2:1-12 che si colloca intorno al 135. Il terzo è l'apostolo marcionita che ha trovato l'epistola nello stato di un manifesto apocalittico e lo ha arricchito di massime religiose. Il quarto è il cattolico a cui dobbiamo il brano 2:1-12 della prima epistola ai Tessalonicesi.